Una scuola più leggera non solo ha una diversa organizzazione degli spazi, ma offre anche percorsi didattici personalizzati e allo stesso tempo abitua gli alunni a lavorare in gruppo. Prendiamo l’esempio della scuola primaria “Danilo Dolci” (all’interno dell’istituto “G. Mariti”, capofila del progetto) a Crespina, in provincia di Pisa. I vecchi banchi monoposto sono sostituiti da grandi tavoli quadrati con sei sedie intorno. I bambini ruotano una volta alla settimana. L’aula “a righe” è quella di italiano, storia e geografia. Quella “a quadretti” è riservata a matematica e scienze.
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Scuola senza zaino: biro e righelli sono in condivisione. E i libri restano in classe. Le verifiche? “Personalizzate”
L’inizio della scuola è alle porte, molte famiglie fanno i conti con il rincaro dei prezzi della cartoleria, altre invece possono tirare un sospiro di sollievo perché nelle classi dei loro figli zaini e astucci non sono ammessi. Biro, matite, gomme, forbici, squadre e righelli sono in condivisione e a fine lezione quaderni e libri vengono sistemati negli scaffali all’ingresso dell’aula. La “scuola senza zaino” è un progetto nato nel 2002 a Lucca, a cui finora hanno aderito 127 istituti della penisola, e da quest’anno se ne aggiungeranno altri 63 in Toscana (la Regione con una delibera del 31 luglio ha previsto un finanziamento di 50mila euro all’anno fino al 2020).